TAIJI CHEN



  ISTRUTTORE: MICHELE GIANOTTI

CORSO  TAIJI CHEN TRADIZIONALE ADULTI PRINCIPIANTI

Principianti

LUNEDI'  H 19:00/20:00

 GIOVEDI'  H 19:00/20:00

Avanzati


CORSO  TAIJI CHEN TRADIZIONALE ALL'APERTO PRESSO PARCO EX O.M.

Via Spadolini

MARTEDI'  H 8:05/9:05

GIOVEDI' H 8:05/9:05


Nato a Milano il 21/06/1965 ho fin da piccolo due passioni: il disegno e le arti marziali.

frequento oltre al liceo scientifico la scuola d'arte serale del Castello Sforzesco con indirizzo illustrazione e fumetto, pratico judo col Maestro Ubaldo Paschini.

Dopo il Politecnico di Milano dove partecipo ai corsi di prestigiosi maestri quali Achille Castiglioni e Thomas Maldonado frequento un master di bioarchitettura e feng shue presso l'umanitaria.

Inizio ad avvicinarmi alle arti marziali cinesi con il maestro Mario Mandrà (kun fu mantide religiosa) passando al taiji chen col maestro Marcello Sidoti con il quale divento istruttore, quindi studio con il maestro Tino Wong il metodo Hong del  taiji chen con cui ho frequentando tre anni di corso istruttori.

Da questo anno ho ripreso gli studi con il maestro Sidoti per studiare nella tradizione del Gran Maestro Wang Xian

 Nel 2010 fondo l'associazione culturale sportiva le nuvole combattenti.

Dal 2015 tiene dei corsi presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Taiji per attori e performers



 GALLERIA FOTOGRAFICA


  IL TAIJI QUAN  

                                                         

                                                                 LE TEORIE SULLE ORIGINI



Le principali forme di Taiji Quan praticate oggi hanno origine nel villaggio Chen, nella contea Wen, Henan. È quindi naturale cominciare da qui la ricerca sulle origini del Taiji Quan, sulle prime testimonianze e su coloro che qui vi hanno appreso l’arte.

La più antica testimonianza sulle origini
I primi scritti sul Taiji Quan non provengono dal villaggio Chen o dai suoi abitanti. Il testo più antico è, infatti, il Taiji Quan Classico di Wang Tsung Yueh. Il primo manuale affidabile esistente sul Taiji Quan appartiene a Li I-Yu (1832-1892), che scrisse i tre testi conosciuti come ‘i tre vecchi manuali’, oggi a Yung Nien. Li imparò l’arte da suo zio Wu Yu Xiang, che a sua volta aveva imparato la maggior parte dell’arte da Yang Lu Chan, fondatore del più popolare stile Yang di Taiji Quan, e trascorse un mese imparando la Xiao Jia, o ‘telaio piccolo’, da Chen Ching Ping. In questi antichi manuali, Li raccoglie i classici del Taiji Quan: i lavori dello zio, quelli di Wang Tsung Yueh e i propri scritti sull’arte. Nella sua Breve prefazione al Taiji Quan scrisse che il creatore del Taiji Quan fu Chang San Feng, che l’insegnò a Wang Tsung Yueh; in seguito l’arte fu trasmessa al villaggio Chen. Più tardi, Li I-Yu riscrisse la prima frase della sua introduzione, affermando che il fondatore era sconosciuto. Ciò è dovuto probabilmente alle teorie su una diversa origine del Taiji Quan del periodo Ching Ping post-Chen. Questa rimane la testimonianza più antica che possediamo sull’origine del Taiji Quan.

La teoria che si rifà a Chan San Feng
Questa è la teoria sulle origini adottata dalla maggior parte degli stili di Taiji Quan ed è stata per la prima volta proposta dallo stile Yang. Lo stile Yang fa risalire le sue origini a Chen Chang Xin, che ebbe come maestro Jiang Fa, che a sua volta ebbe come maestro Wang Tsung Yueh. Wang Tsung Yueh fu probabilmente allievo di Chang Sung Chi, un noto praticante del Tempio Wudang. Il Tempio Wudang esiste ancora oggi, così com’è esistito il ‘pugilato interno’, con cui condivide alcune caratteristiche, quale quella del controllo dell’avversario con calma. Il fondatore di questo ‘pugilato interno’ fu Chang San Feng, un taoista del Monte Wudang. Le arti marziali Wudang assomigliano ben poco al Taiji Quan odierno, anche se ne condividono alcune caratteristiche. Come si diceva, il Tempio Wudang esiste ancora: vi sono ancora dei taoisti che hanno cura del tempio e v’insegnano le arti marziali Wudang. Esiste una forma chiamata Taiji Quan Wudang, praticata in questo luogo: i suoi movimenti assomigliano ben poco a quelli dei principali stili praticati oggi, anche se la forma Wudang condivide caratteristiche comuni a quelle degli stili più importanti, sia per quanto riguarda la tecnica, sia per i principi. L’ultimo capo del Tempio Wudang, il taoista Xu Ben Shan (1860-1932), era molto bravo in quest’arte e la insegnava ai suoi discepoli insieme ad altre arti Wudang. Xu,entrato nel tempio Wudang da giovane, vi passò gran parte della sua vita. È poco probabile che la sua arte provenisse dall’esterno, dal momento che i molti documenti esistenti sulla sua vita non provano il contrario. Ma, anche se il Taiji Quan Wudang è la base di partenza, non si può in ogni caso concludere che sia la forma originaria da cui sono derivate tutte le altre, poiché non c’è un solido legame tra i praticanti delle arti Wudang e Wang Tsung Yueh, che è la più antica personalità dei primi stili del Taiji Quan moderno. Si deve in ogni caso notare che esistono punti comuni tra il ‘pugilato interno’ di Wudang e il Taiji Quan, ed è possibile che il primo abbia influenzato il secondo, che deve in ogni caso essere considerata un’arte separata.
Alcuni hanno sollevato il problema dell’esistenza di Chang San Feng, poiché esistono molte leggende su di lui. Vi sono in realtà testimonianze storiche sulla sua esistenza, come la Storia Ming e le Cronache Ningpo, che non hanno relazione alcuna con le arti marziali, e che lo identificano come fondatore del ‘pugilato interno’ di Wudang. Tutto ciò è in accordo con le testimonianze esistenti nel Tempio Wudang stesso, in cui si può trovare molto materiale antico relativo a Chang San Feng. Secondo il materiale disponibile, Chang visse tra la fine della dinastia Yuan (1279-1368) e l’inizio della dinastia Ming (1368-1644). C’è confusione di date, in quanto, nel 1403, l’imperatore Yung Ler prendeva a pretesto la ricerca di Chang per poter mandare Bang Wang Chu a scorrazzare per la nazione alla ricerca del proprio rivale, l’imperatore Jian Wen. Chang San Feng era considerato un taoista a tutti gli effetti; l’imperatore Yung Ler sapeva che era già morto, da qui l’equivoco. Gli storici, che hanno tentato di correggere l’errore dell’imperatore Yung Ler usando le testimonianze più antiche, hanno considerato Chang personaggio della dinastia Ming di mezzo, sicuramente persona diversa dal Chang San Feng vissuto durante la dinastia Yang, oppure hanno sostenuto che Chang sia vissuto molto a lungo, al di là d’ogni possibile aspettativa di vita.
Anche lo stile Zhao Bao del Taiji Quan fa risalire le sue origini a Jiang Fa e Wang Tsung Yueh e, sempre più su, a Chang San Feng. Gu Liu Xin, il famoso storico di Taiji Quan, presuppone, basandosi sugli scritti di Chen Xin, che Chen Ching Ping abbia creato lo stile Zhao Bao. Chen Ching Ping era allievo di Chen You Pen, che creò il ‘telaio nuovo’ (xin jia) del Taiji Quan stile Chen, conosciuto anche come ‘telaio alto’ (gao jia) e ‘struttura bassa’ (xiao jia). Chen Quing Ping viene anche ricordato come discepolo del maestro di Taiji Quan Zhao Bao, Zhang Yan. Wu Yu Xiang, che imparò l’arte da Chen Ching Ping, mantenne le caratteristiche delle posizioni alte nello stile tramandato. L’attuale stile Zhao Bao è invece relativamente basso ed è praticato in modo lento, senza ‘fa-jing’ (emissioni energetiche), eccezion fatta per i calci, in un modo comune agli stili Yang e Wu Yu Xiang e a quelli da essi derivati. Questa teoria non può essere provata in modo certo, si può solo sostenere che l’arte proviene da Wang Tsung Yueh e da Jiang Fa fino al villaggio Chen e al villaggio Zhao Bao. È improbabile che Chang abbia sviluppato il Taiji Quan com’è oggi, anche se può averne fondato alcuni dei principi basilari. I lavori a lui attribuiti nei testi classici del Taiji Quan sono, in effetti, lavori di Wang Tsung Yueh, come si evince dai manoscritti di Li I-Yu.

La teoria che si rifà a Chen Pu
Questa è la teoria sostenuta da Chen Xin, il primo a scrivere un libro sullo stile Chen del Taiji Quan. Chen Xin attribuisce la creazione dell’arte a Chen Pu, teoria ripresa più tardi da Chen Ji Pu nel suo successivo libro sull’arte. Chen Xin ricorda che Chen Pu insegnò ai suoi posteri un modo per digerire il cibo, e Chen Xin sostiene che questo sia Taiji Quan. La tomba di Chen Pu non ha nulla che indichi che fosse esperto in arti marziali o che abbia creato il Taiji Quan, elemento molto significativo, poiché la famiglia Chen era famosa da generazioni per la boxe, tanto da guadagnarsi il titolo di ‘famiglia Chen Pao Chui’: questa teoria è quindi da ritenersi falsa.

La teoria che si rifà a Chen Wang Ting
Questa teoria è stata sostenuta per la prima volta da Tang Hao. Costui basò la sua teoria su una nota a margine contenuta nel Manuale della famiglia Chen (Chen Si Jia Pu), in cui si sosteneva che Chen Wang Ting (1579-1664) fosse stato il creatore delle arti del Pugno Chen, della sciabola e della lancia, e sul presupposto che la famiglia Chen non avesse imparato le arti al di fuori della famiglia stessa. Secondo gli annuali della provincia Wen, Chen Wang Ting prestò servizio con il grado d’ufficiale nella provincia Shantung dal 1618 al 1621 e fu ufficiale di guardia alla guarnigione della provincia Wen nel 1641.
La teoria fu poi rielaborata da Gu Liu Xin, un buon amico di Tang Hao. Costui, a sostegno della propria teoria, portò una poesia attribuita a Chen Wang Ting, che sosteneva che Chen Wang Ting «creò la boxe in un momento di noia», e una formula canora per la boxe attribuita a Chen Wang Ting. I moderni studi linguistici sostengono che in realtà la traduzione corretta del verso precedente dovrebbe essere invece «momento libero per creare la boxe».
Si deve notare che i riferimenti alla boxe nella famiglia Chen sono contenuti in note marginali e non nel testo principale. La famiglia Chen era famosa per la boxe, è quindi quasi impossibile che l’informazione che Chen Wang Ting sia stato il creatore delle arti della famiglia Chen sia stata omessa dal testo principale e relegata in una nota marginale. Ma c’è dell’altro. I primissimi lavori pubblicati dalla famiglia Chen sulla propria arte non ne attribuiscono la creazione a Chen Wang Ting. L’ultima riga del Manuale della famiglia Chen dice chiaramente che le note marginali furono opera di Chen Xin, quindi si tratta di un’aggiunta più recente. Tuttavia Chen Xin non sostiene che sia Chen Wang Ting il creatore, bensì Chen Pu.
La formula canora per la boxe attribuita a Chen Wang Ting proviene dal manuale Liang Yi Tang Ben delle arti marziali Chen, l’unico vecchio manuale che registra una forma chiamata «le 13 posture». Il contenuto è un’aggiunta a un vecchio manuale di arti marziali, chiamato Wen Xiu Tang Ben che non registra nessuna forma chiamata così, è quindi impossibile che il Liang Yi Tang Ben sia un manuale più recente con delle aggiunte che non si trovano nel testo originale Chen. La poesia attribuita a Chen Wang Ting si trova nel Liang Yi Tang Ben e non esiste altra prova che ne dimostri l’autenticità.
Tra i primi scrittori della famiglia Chen c’è anche Chen Zhi Ming. Fu lui ad accompagnare Tang Hao e Gu Liu Xin nel viaggio a Chen Jia Gou, alla ricerca delle origini. Il suo lavoro è quindi altrettanto importante per quanto riguarda le testimonianze delle più antiche arti Chen. Nel suo libro sulle arti della famiglia Chen fa delle citazioni da vecchi manuali e registra formule di canzoni antiche, molte delle quali sono rivelatrici (vedi la parte successiva).
Chen Xin è anche l’autore di Tre manuali per la boxe (San San Quan Pu), nei quali usa le teorie del Taiji e della boxe per integrare le teorie del Hsing-I (contiene tre delle dieci tesi dell’Hsing-I. Tang Hao sostiene anche che Chen Wang Ting abbia usato 29 delle 32 posture della boxe nel libro del generale Qi Ji Kwang (1528-1587), Ji Xiao Xin Shu. Esamineremo quest’asserzione in dettaglio nella parte successiva.
Da quanto asserito sopra, è abbastanza chiaro che, probabilmente, la famiglia Chen imparò e praticò le arti al di fuori del villaggio Chen. Detto questo, non si può sostenere la teoria che Chen Wang Ting abbia creato il Taiji Quan.

Le quattro vecchie scuole di Taiji Quan nel manuale Sung: il Taiji di Sung e le sue diramazioni
Il manuale fu dato prima a Wu Tu Nan da un suo amico alla fine del 1908 o all’inizio del 1909. Più tardi, quando Sung Si Ming venne a Pechino per insegnare il Taiji Quan, Wu ebbe l’opportunità di paragonare il manuale che possedeva con quello di Sung Si Ming, e i due manuali concordavano nel contenuto. Nel manuale sono elencate quattro vecchie scuole di Taiji Quan, vale a dire Hsu, Yu, Chen e Yin. Le posture nel manuale hanno nomi simili a quelle del Taiji stile Yang, e le posture della forma e della forma della spada sono quasi identiche a quelle dello stile Yang. È ovvio che lo stile Sung del Taiji deriva dallo stile Yang, quindi i dati storici del manuale sono poco affidabili e non possono considerarsi veri.

Jiang fa trasmettere l’arte al villaggio Chen
Le fonti storiche più antiche parlano dell’esistenza di questo personaggio e della sua bravura nell’arte del Taiji Quan. Lo stile Zhao Bao vede in lui la propria origine, e persino il libro di Chen Xin Immagini e detti del Taiji Quan della famiglia Chen ha una sua formula canora, che evidentemente ottenne dal suo maestro da Shanxi (cioè Wang Tsung Yueh). Anche nel libro di Chen Xin c’è dunque un riferimento a Jiang come maestro dell’arte.
La formula canora nel libro di Chen Xin proviene da Du Yu Wan, che Wu Tu Nan aveva incontrato durante la sua visita investigativa al villaggio Chen. Du stesso scrisse un libro, pubblicato una sola volta nel 1935. Il manoscritto originale trovato nel villaggio Zhao Bao non è mai stato pubblicato. Il manuale sostiene che Jiang era il maestro dell’arte Du e fu istruito da Wang. C’è un capitolo nel libro di Du, intitolato «Inizi del Taiji Quan Wudang», che indica che Du considerava il Taiji Quan proveniente dalla scuola Wu Dang.
La tradizione della famiglia Yang testimonia anche che fu Jiang a insegnare l’arte a Chen Chang Xin. Il libro di Wu Tu Nan Ricerche sul Taiji Quan (1984) testimonia il suo incontro con Chen Xin sull’argomento. Chen Xin ammise che Chen Chang Xin aveva appreso l’arte da Jiang Fa dopo che Jiang aveva sconfitto Chen Chang Xin, e che, a causa di ciò, a Chen Chang Xin non fu permesso di insegnare il Pao Chui.
Gli appartenenti alla scuola Chen del Taiji Quan hanno anche sostenuto che Jiang era uno studente di Chen Wang Ting, facendo riferimento a un quadro di Chen Wang Ting e a un uomo soprannominato Jiang come prove per sostenere la loro tesi. Il quadro dovrebbe essere datato per essere una prova valida, ma non è in ogni caso necessario, in quanto il nome attribuito all’uomo è Jiang Pu e non Jiang Fa. Questa informazione viene dal libro di Chen Xin. L’attribuzione scorretta ha portato a collocare Jiang Fa nella dinastia Ming, tanto da influenzare anche la datazione dello Zhao Bao. Ma gli scritti di Chen Xin indicano che Chen Wang Ting apparteneva alla dinastia Ming (1368-1644) e Jiang Fa alla dinastia Ching (1644-1911), personaggio dell’era Chien Loong (1716-1759). La loro asserzione è quindi priva di fondamento. Chen Xin sottolinea come Chen Wang Ting e Jiang Fa appartenessero a periodi diversi, perché nel villaggio Chen si credeva che Jiang Fa avesse insegnato a Chen Wang Ting le arti marziali.
Se le arti della famiglia Chen sono, come dimostrato, così antiche, Jiang Fa avrebbe in effetti potuto essere la persona che “ammorbidì” l’arte esistente per trasformarla nel Taiji Quan attuale, introducendo le 13 posture. Le 13 posture consistono in otto diversi Jing (energie) e cinque direzioni di movimento. È interessante notare che i primi documenti Chen riferiscono nomi diversi per gli otto Jing, rispetto a quelli accettati convenzionalmente nei testi classici del Taiji Quan.

Il Maestro di Jiang Fa: Wang Tsung Yueh
La formula canora alla fine del libro di Chen Xin indica che il maestro di Jiang Fa veniva da Shanxi, il che ci porta a Wang Tsung Yueh. Il contenuto della formula canora è quasi identico al Trattato sul Taiji Quan (Taiji Quan Lun) attribuito a Wu Yu Xiang (tale attribuzione è di Tang Hao, che lo ha presupposto perché Wu Yu Xiang scrisse massime su «mani che colpiscono», di cui questa era una sezione. Questo per differenziarlo dal Taiji Quan classico di Wang Tsung Yueh, che ha lo stesso nome). Questo significa probabilmente che Wu Yu Xiang poteva ricorrere agli insegnamenti di Wang, che la famiglia Chen ne testimonia l’esistenza e che egli insegnò a Jiang Fa. Diventa così improbabile la teoria che Wu Yu Xiang abbia inventato il personaggio di Wang. Inoltre Wu non esitò ad apporre il proprio nome sugli altri suoi scritti che avrebbero fatto parte dei classici del Taiji Quan.
Lo stile Zhao Bao lo include nel proprio lignaggio ed è una figura importante anche nel lignaggio Yang. Il suo testo Taiji Quan classico è probabilmente il lavoro più approfondito sulla natura e la funzione dell’arte del Taiji Quan.
Tang Hao e Gu Liu Xin hanno scritto che Wang aveva imparato la sua arte dalla famiglia Chen, ma si deve notare che questa è una pura congettura: mancano le prove. Nei documenti riguardanti la vita di Wang non c’è menzione del fatto che lui abbia imparato l’arte dalla famiglia Chen.
Oltre al manuale ritrovato di Wang, Tang Hao ottenne nel 1930 il Manuale della Lancia Yin Fu, scritto da Wang Tsung Yueh, che contiene anche il Taiji Quan classico. La prefazione del Manuale della Lancia Yin Fu dice che, da vecchio, Wang era un maestro di scuola (presso la propria scuola privata) a Luoyang nel 1791, era ancora in attività a Kaifeng nel 1795 ed era ancora vivo nel 1796. Molti hanno creduto nell’esistenza di Wang e nei suoi insegnamenti. È improbabile che sia un personaggio di pura invenzione di Wu Yu Xiang.

 

                                                                  LO SVILUPPO DEL TAIJI QUAN STILE CHEN


L’arte del Cannon Pounding (Pao Chui) della famiglia Chen
La famiglia Chen assimilò tutte le arti praticate e creò la propria versione dell’arte più importante praticata dai suoi membri, il Cannnon Pounding (Pao Chui), derivato dall’arte originale Cannon Pounding Shaolin. Sung Tai Zhu Chang Chuan creò la maggior parte di questa nuova arte, che conteneva elementi dal Red Fist (pugno rosso) Shaolin.
Il risultato è costituito dalle cinque routine del Pao Chui della famiglia Chen, una routine del Short Hitting (duan da) e la formula sonora che stabilisce le 108 posture che compongono l’arte. C’è molta confusione riguardante questa formula, ma, a un esame più attento, il vero nome dovrebbe essere Boxing Cannon Complete Formula, e si trova solo nel manuale più recente, Liang Yi Tang Ben. Quando il manuale delle arti marziali Wen Xiu Tang Ben della famiglia Chen fu scritto, vi si annotò che «la seconda e la terza routine sono andate perse». Il Wen Xiu Tang Ben non cita nessun’arte chiamata Taiji Quan, o 13 posture, o un qualsiasi 13 al riguardo. Si tratta quindi di un precedente riferimento alle arti della famiglia Chen prima della nascita del Taiji Quan della famiglia Chen conosciuto oggi.
La famiglia Chen divenne famosa per il Cannon Pounding per parecchie generazioni, e si guadagnò il nome prestigioso di Cannon Pounding della famiglia Chen (Pao Chui Chen Jia) nella regione intorno al villaggio Chen.

La semplificazione delle routine Chen
L’arte del Chen Pao Chui fu semplificata in sole due routine da qualche successore. Non si sa esattamente chi sia stato il responsabile di questa semplificazione: possiamo risalire, il più in là possibile, a Chen Chang Xin, maestro di Yang Lu Chan. Ma neppure il libro sulle discendenze Chen lo indica come responsabile del cambiamento; ci segnala solo che fu un maestro di boxe con il soprannome di Ancestral Tablet (Tavoletta Ancestrale).
Per certo, sappiamo soltanto che due delle routine erano già andate perse in quel periodo, e ne rimanevano solo tre per arrivare alle due finali. Non è certo, invece, se le tre rimaste si siano integrate per arrivare a due e se una si sia persa nel frattempo.

L’introduzione dell’internal boxing nelle arti Chen
Quando le arti Chen diventarono una forma di internal boxing (boxe interna), in contrapposizione alle arti dei predecessori, che erano external boxing (boxe esterna)?
La maggior parte delle scuole di Taiji Quan considera Jiang Fa il principale fautore della trasformazione dell’arte da esterna (Cannon Pounding) a interna, più morbida. Alcuni hanno anche sostenuto che in questo mutamento stia anche la ragione della trasformazione del nome in Taiji Quan, nome che dimostra l’origine taoista e nello stesso tempo la classificazione dell’arte quale arte interna. Il nome, a ogni modo, fu usato largamente solo quando Yang Lu Chan rese popolare quest’arte a Pechino. Fin dagli scritti più antichi sappiamo che, in origine, la forma si chiamava 13 posture, e in quel periodo il nome Taiji Quan era già usato, come si vede dal testo sul Taiji Quan classico di Wang Tsung Yueh e dai Dieci importanti discorsi di Chen Chang Xin.
La classificazione delle arti marziali in interne ed esterne è derivata dal nuovo metodo di combattimento individuato da Chang San Feng, un taoista che viveva nelle montagne Wudang. Il nuovo modo di combattere poneva l’accento sul superamento delle tecniche esterne usando la calma e le azioni appropriate. Tale arte sembrava debole, se paragonata con gli stili esterni, ma li poteva superare con facilità.
L’internal boxing passò di generazione in generazione, con praticanti quali Chang Sung Chi, Huang Zhen Nan, Huang Pai Jia, Gan Feng Chi e Wang Tsung. L’internal boxing Wudang esiste ancora nel luogo in cui ha avuto origine, anche se si è diversificato in molti stili diversi nel corso dei secoli. Ma è presente ancora una forma, chiamata Taiji Quan Wudang, che assomiglia ben poco all’odierno Taiji Quan, pur condividendone le basi teoriche fondamentali.
Sappiamo che la famiglia Chen divenne famosa per generazioni per il Pao Chui, che era una forma Shaolin. Solo dopo Chen Chang Xin l’arte fu considerata interna, soprattutto dai discendenti di Yang Lu Chan, il fondatore dello stile Yang del Taiji Quan.
Secondo Chen Xin, Chen Chang Xin apprese parte della propria arte da Jiang Fa. Chen Chang Xin stava praticando la sua boxe quando Jiang Fa, che passava di lì, lo vide e scoppiò a ridere. Sentendosi osservato, Jiang Fa scappò via, ma Chen Chang Xin lo raggiunse e lo sfidò con veemenza, poiché Jiang aveva mancato di riguardo all’arte della famiglia Chen. Chen afferrò la spalla di Jiang dal dietro, Jiang si girò semplicemente e Chen fu gettato a terra. Accortosi della superiorità dell’arte di Jiang, Chen chiese a Jiang di fargli da maestro. Jiang, che aveva una bottega Toufu a Xian, stava passando dal villaggio dopo una visita alla madre, a Henan. Jiang assicurò che sarebbe tornato tre anni dopo a insegnare a Chen, e in effetti tornò esattamente quando aveva promesso: Chen Chang Xin lo portò a casa sua e imparò da lui il Taiji Quan.
Chen Xin sostenne anche che, poiché Chen Chang Xin aveva studiato con Jiang Fa, la famiglia Chen non gli permise di insegnare l’arte della famiglia, il Pao Chui. Questo spiega il perché Chen Chang Xin facesse lezione in segreto di notte nel cortile posteriore della sua casa, da dove Yang Lu Chan lo spiava.
Chen Xin presentò a Wu Tu Nan anche un altro maestro di Taiji proveniente dal villaggio Chen, Du Yu Wan (sorgente di una formula sonora attribuita al maestro di Jiang Fa proveniente da Shanxi, probabilmente Wang Tsung Yueh, come detto nel libro di Chen Xin). Secondo Du, la sua arte era derivata da Jiang Fa, che proveniva da Kaifeng, nella provincia di Henan, e inoltre, secondo lui, la sua forma e quella di Yang Lu Chan erano uguali, avendo anche gli stessi nomi per le posizioni, come afferrare la coda del passero, e la stessa sequenza. Du gli disse che il suo Taiji Quan non era stato trasmesso per via familiare ma da un maestro. Le generazioni precedenti dell’arte, in pratica il fondamento del suo lignaggio, erano anch’esse presenti mentre Jiang Fa insegnava a Chen Chang Xin. Egli mostrò poi la sua forma a Wu Tu Nan: la forma era la stessa dello stile Yang di Taiji Quan.
Secondo Chen Xin, Chen Chang Xin era molto rigido nella parte superiore del corpo e quindi fu soprannominato Mr. Ancestral Tablet (Signor Tavoletta Ancestrale). Quando studiava con Jiang Fa, Jiang fece praticare a Chen degli esercizi di scioglimento, per liberarlo della sua rigidità prima di insegnargli il Taiji Quan. Il resto della famiglia Chen continuò la propria pratica del Pao Chui, per cui era molto famosa.
Gli insegnamenti di Jiang Fa, che fa risalire il suo lignaggio a Chang San Feng (segnale che la sua arte era l’internal boxing Wudang, o come minimo derivava da lì), segnarono il cambiamento dell’arte Chen da esterna a interna.
La più antica letteratura sul Taiji Quan indica che l’arte consisteva solo di 13 posture: le 8 porte e i 5 livelli. Sappiamo che le 8 porte erano 8 posture che rappresentavano gli 8 diversi tipi di Jing (energie sottili). I 5 livelli erano le 5 diverse direzioni di movimento, che erano probabilmente incorporate nelle posture esistenti del Pao Chui. Venne anche inserito il lento, rilassato, continuo e morbido modo di fare la forma, l’elemento principale che faceva sembrare debole l’internal boxing. Il risultato fu una forma lunga che aveva tutti gli elementi dell’internal boxing, una forma di Pao Chui modificata, veicolo per la teoria e la pratica dell’internal boxing. Il risultato sarebbe stata l’arte trasmessa da Chen Chang Xin.

Il problema delle 13 posture
La forma era anche conosciuta come le 13 posture, poiché tutte le tecniche derivavano da queste 13 posizioni basilari. Questa standardizzazione si trova anche nei classici del Taiji Quan che ci sono giunti da Wu Yu Xiang e Yang Lu Chan.
Il Wen Xiu Tang Ben non cita l’esistenza della nuova forma. Il Liang Yi Tang Ben, manuale successivo, non la registra, ma la chiama invece le 13 sezioni. Il libro di Chen registra lo Xin Jia dello Stile Chen di Taiji Quan. Il materiale citato è molto diverso da quello raccolto da Wu Tu Nan.
Dobbiamo innanzitutto ricordare che il libro di Chen Xin fu pubblicato dopo la sua morte da tre collaboratori. È incerta la quantità di materiale attribuibile a lui. Il fatto che il libro sia stato pubblicato solo quattro anni dopo la sua morte indicherebbe che una buona parte del libro sia opera dei suoi collaboratori.
Gli stili Yang di Taiji Quan collegati sono tutti d’accordo sulla classificazione dell’arte come 13 posture, cioè Peng, Lu, Ji, An, Tsai, Lieh, Chou, Kao, Gu, Pan, Jin, Tui e Ding. Queste posture sono quelle mostrate e citate negli scritti classici riconosciuti. Nel Liang Yi Tang Ben, la forma si chiama non soltanto 13 posture, ma anche 13 sezioni, una classificazione molto diversa da quella contenuta nel libro di Chen Xin, dove l’intera forma viene insegnata come 13 sezioni, ognuna delle quali ha sottoposture. Quest’altra classificazione è ignorata da Tang Hao e Gu Liu Xin nei loro scritti.
Le 13 posture in realtà consistono di 8 posture di base e 5 movimenti. Le 8 posture di base differiscono di poco nelle prime pubblicazioni sullo stile Chen. Il Liang Yi Tang Ben cita le prime quattro come Peng, Ji, Lou e Na, e il libro di Chen Xin le cita come Peng, Lu, Ji e Na. Il libro di Chen Tze Ming contiene la stessa formula sonora di quella del libro di Chen Xin, ma qui le prime quattro sono citate come Peng, Shu, Ji e Na. Tutte le 8 posture sono citate nel libro di Chen Tze Ming come Peng, Shu, Ji, Na, Tsai, Lieh, Chou e Kao. Il manuale più antico, il Wen Xiu Tang Ben, non conteneva invece nessuna teoria sulla boxe. Solo nel Liang Yi Tang Ben, testo più recente, il Taiji Quan fu per la prima volta citato nei documenti della famiglia Chen e fu menzionata la teoria sulla boxe.

Il Taiji Quan Chen oggi
Il Lao Jia (vecchio telaio) dello stile Chen di Taiji Quan fu per la prima volta promosso da Chen Fa nella prima metà del secolo scorso. Lo Xin Jia (nuovo telaio), lo stile Zhao Bao e lo stile Hu Lei si assomigliano molto sull’impostazione delle posture. Lo stile Yang, comunque, varia di molto dagli altri stili di Taiji Quan Chen correlati. Se questo fu il primo stile insegnato da Yang Lu Chan al ritorno dal villaggio Chen, certamente quello che gli fu insegnato fu molto diverso dal classico stile Chen.
A ogni modo, grazie ai grandi sforzi delle recenti generazioni di maestri, oggi sono riconosciuti ufficialmente sei maggiori stili di Taiji Quan: Chen, Yang, Wu Yu Xiang, Wu Chien Chuan, Sun e Zhao Bao. Anche lo stile Hu Lei sta crescendo in popolarità, e potrebbe a breve essere considerato uno degli stili maggiori.
I cinque più importanti promotori dell’arte sono Feng Zhi Chiang, Wang Xi An, Chen Zhen Lei e Chen Xiao Wang. I loro sforzi hanno diffuso la pratica del Taiji Quan Chen nel mondo e continuano a servire da grandi modelli ispiratori per quelli che lo praticano.

                                                     LE ARTI MARZIALI PRATICATE NEL VILLAGGIO DELLA FAMIGLIA CHEN


Le connessioni del Sung Tai Zhu Quan
Tang Hao fu il primo a teorizzare che Chen Wang Ting avesse inventato il Taiji Quan integrando 29 delle 32 posizioni del generale Qi Ji Kwang. Nella prima parte abbiamo già accertato che Gu si sbagliava sulle origini del Taiji Quan: qui vedremo come le 32 posizioni del generale Qi entrino nel quadro come base per lo sviluppo del Taiji Quan Chen.
Durante la dinastia Ming, il generale Qi scrisse un libro sulle tecniche di guerra efficaci, intitolato Nuovo libro di registrazione delle tecniche efficaci (Ji Xiao Xin Shu). In esso mise sezioni su strategie, uso delle armi, combattimenti senza armi e altri aspetti di guerra. Nella sezione sul combattimento senza armi registrò i nomi di 16 arti marziali a mani nude allora esistenti, e prese nota di cosa rendesse efficace la boxe. Registrò anche 32 posizioni di boxe. Gu fu il primo ad assumere che queste 32 posizioni fossero una fusione delle tecniche più efficaci delle 16 forme pugilistiche elencate. Per molti decenni questa fu la verità accettata, a causa della reputazione di Gu come storico del Taiji Quan. Purtroppo si sbagliava.
Basandosi sull’assunzione descritta, Gu affermò che Chen Wang Ting avesse sviluppato il suo Taiji Quan dalla forma del generale Qi, che si pensava consistesse delle migliori tecniche delle 16 arti pugilistiche esistenti durante la dinastia Ming. Un pedigree impressionante. Con un esame più attento delle posizioni e il loro elenco, scopriamo qualcos’altro.
Nel 1918, il Shanghai Da Shen Bookshop pubblicò un libro intitolato Canone di boxe (Quan Jing), che a quel tempo era uno dei libri più completi sui molti aspetti della boxe. Includeva i disegni delle 32 posizioni originali di Sung Tai Zhu Chang Quan (primo imperatore di Sung Long Boxing). A un esame più attento, si scoprì che queste 32 posizioni erano identiche (c’era qualche lettura diversa, quando parole con lo stesso suono venivano scambiate, senza comunque perdere il significato del nome della posizione) alle 32 posizioni nel libro del generale Qi. Il generale Qi aveva elencato per prime le 32 posizioni di Sung Tai Zhu Quan nella lista delle molte forme pugilistiche da lui menzionate.
Una comparazione parallela dei disegni e dei nomi delle 32 posizioni mostra che sono effettivamente identiche.

Le 32 posizioni nel libro del generale Qi
01. Sistemare pigramente gli abiti
02. La gallina dorata sta su una gamba sola
03. Accarezzare il cavallo
04. Piegare la frusta singola
05. Pugno delle sette stelle
06. Respingere cavalcando il drago
07. Spazzare la gamba e vuotare l’esca
08. Posizione della collina fatata (qiu liu shi)
09. Respingere attaccando
10. Posizione dell’agguato
11. Posizione del gettare via
12. Posizione del gomito raccolto
13. Passo veloce
14. Posizione dell’uncino (chin na stance)
15. Posizione di livello quattro medio
16. Posizione del sottomettere la tigre
17. Posizione di livello quattro alto
18. Posizione del respingere l’inserimento
19. Quattro livelli di buon blocco
20. Calcio del fantasma
21. Puntando la regione pubica
22. Posizione della testa di animale
23. Pugno dello spirito
24. Frustata singola
25. Drago passero a terra
26. Posizione del sole nascente
27. Le ali dell’anatra avvolgono il corpo
28. Posizione del cavalcare la tigre
29. Piegare il gomito della fenice
30. Il cannone dall’alto
31. Seguire il gomito della fenice
32. Posizione della bandiera e del tamburo

Le 32 posizioni di Sung Tai Zhu Chang Chuan

01. Posizione del sistemare pigramente
02. La gallina dorata sta su una gamba sola
03. Posizione del controllare il cavallo
04. Piegare la frusta
05. Pugno delle sette stelle
06. Posizione del respingere cavalcando il drago
07. Spazzare il piede e vuotare leggermente
08. Posizione della collina fluente (qiu liu shi)
09. Posizione del respingere attaccando
10. Posizione dell’agguato
11. Posizione del tirare la struttura
12. Posizione del sostenere il gomito in alto
13. Passo di fuga
14. Posizione dell’uncino (chin na stance)
15. Posizione di livello quattro medio
16. Posizione del sottomettere la tigre
17. Posizione di livello quattro alto
18. Posizione del respingere la presa
19. Posizione di buon blocco
20. Posizione del calciare il fantasma
21. Puntando la regione pubica
22. Posizione della testa di animale
23. Pugno dello spirito
24. Frustata singola
25. Posizione del drago passero
26. Posizione del sole nascente
27. Posizione dell’ala dell’oca selvaggia
28. Posizione del cavalcare la tigre
29. La fenice piegata sta in piedi
30. Posizione dall’alto
31. Posizione del seguire la fenice
32. Posizione della bandiera e del tamburo

Chen Zhi Ming era il membro della famiglia Chen che accompagnò Tang Hao al villaggio della famiglia Chen. Anche lui, come Gu e Tang, scrisse sul Taiji Quan della sua famiglia. Il lavoro di Chen Zhi Ming contiene le seguenti descrizioni di Sung Tai Zhu Quan: «Le posizioni di Tai Zhu sono le più forti, i movimenti per far cadere e quelli diagonali rendono difficile persino ai fantasmi liberarsene» (dal manuale di Liang Yi Tang Ben sulle arti marziali Chen); «Il pugno delle sette stelle e le mani si prendono cura l’una dell’altra, il pugno dell’accarezzare il cavallo vengono da Tai Zhu» (dal manuale Wen Xiu Tang Ben di arti marziali Chen). Da quelle appena citate, che sono le più antiche fonti di informazione sulle arti marziali della famiglia Chen, è chiaro che fu Tai Zhu Quan a porre le basi del Taiji Quan, con 29 delle sue 32 posizioni che furono poi assunte nella forma; esse non provenivano dal lavoro del generale Qi, che non è menzionato nella letteratura Chen. Questa ipotesi approssimativa viene da Tang Hao.
Il Sung Tai Zhu Quan, conosciuto anche come Sung Tai Zhu Chang Quan, viene dal sud della Cina ed è una forma di boxe dura ed esterna. È caratterizzato da movimenti e colpi potenti, scuotimenti del corpo, strutturalmente allineato, posizioni che scorrono coordinate con il lavoro dei piedi; è molto fermo e stabile, sia nelle posizioni statiche che nei passi, ed è efficace nell’afferrare (chin na). Tutto ciò è presente nell’odierno Taiji Quan Chen. Il Sung Tai Zhu Chang Quan non era la sola arte praticata e poi integrata nelle abitudini di boxe della famiglia: sappiamo, dalle registrazioni di Chen Zhi Ming sulle formule cantate artistiche, che era praticato anche il pugno rosso Shaolin.

Pugno rosso Shaolin (Hong Chuan)
Liang Yi Tang Ben riporta che il villaggio della famiglia Chen praticava «quattro piccole serie di pugno rosso». La boxe del pugno rosso è una forma Shaolin. Data la stretta vicinanza tra il villaggio della famiglia Chen e il tempio Shaolin, non stupisce che qui fosse praticata quella forma di boxe. La boxe del pugno rosso è largamente praticata anche nello Shanxi, dove si trova in parecchie serie differenti ma correlate, tra le quali il Tai Zhu Quan. Stilisticamente, enfatizza le posizioni basse, l’uso dolce dei muscoli, si usa le mente invece della forza, l’emissione veloce di energia, la guardia nelle quattro direzioni, l’agilità, l’uso circolare del Qi, la chiusura dell’avversario e l’uso dell’adesione e dell’appoggio.

Pugno del cannone Shaolin (Pao Chuan) e colpo del cannone (Pao Chui)
La boxe Shaolin del cannone consiste di tre serie, due serie del pugno del cannone piccolo e una serie del colpo del cannone grande. Tutte e tre enfatizzano l’attacco, colpiscono come i cannoni. Caratteristiche sono le posizioni ferme e potenti, e i colpi esplosivi. Questa serie è tuttora praticata nel tempio Shaolin.
Le posizioni sono simili al Taiji Quan Chen, compreso il calcio del tornado (xuen fung jiao), e i cannoni in serie (lien huan pao). Il San Huang Pao Chui che deriva dall’arte Shaolin contiene movimenti come sfrecciare a sinistra (zhuo chong) e sfrecciare a destra (yu chong), e ciò indicherebbe che c’è qualche relazione con il Pao Chui della famiglia Chen. La famiglia Chen fu famosa per diverse generazioni per l’arte boxistica del Pao Chui (colpo del cannone), conosciuta appunto come Pao Chui della famiglia Chen (Pao Chui Chen Jia).

Trasmissione Wu Dang?
Fin da quando l’arte divenne popolare, tra chi non era di lignaggio Chen era largamente accettato che ci fosse qualcosa delle arti Wudang nel Taiji Quan, al punto che il Taiji Quan è considerato da molti noti praticanti come un’arte Wudang.
Per molto tempo, il primo a documentare la boxe interna Wudang fu Huang Bau Jia; più tardi l’arte fu trasmessa a Kan Feng Chi. Per fortuna abbiamo ancora un documento dell’arte di Kan, ed essa è ancora praticata: ciò che è giunto fino a noi è l’arte che egli combinò con lo Shaolin e le scuole di Wudang in una singola arte, che chiamò Hua Chuan (pugno del fiore). Se c’è invero una connessione tra le due arti, ci dovrebbero essere alcune posizioni simili o simili teorie taoiste.
In effetti troviamo posizioni simili, ma non simili al Taiji Quan Chen, bensì al Taiji Quan Yang e ai suo derivati. Posizioni come colpire le orecchie con entrambi i pugni (shuang feng kuan er), completa della precedente rottura della faccia sul ginocchio, suonare il liuto (shou hui pi pa), con la sua caratteristica rottura del gomito nel ritirarsi, mani incrociate (shi zi shou), con il suo blocco della mano incrociata, abbracciare la tigre e tornare alla montagna (bao hu kui shan) ecc., sono presenti nella forma Kan.
Altre somiglianze vengono dall’arte dell’altro grande maestro di boxe interna wudang, Chang Sung Chi. La sua arte consiste principalmente delle «quattro costanti, otto metodi», dove le quattro tecniche costanti indicano le quattro direzioni, e gli otto metodi sono otto diverse tecniche di combattimento con cambi. Questi metodi hanno l’altro nome interessante di Yin Yang cinque elementi otto trigrammi mani Taiji. Le teorie di boxe del Chang Sung Chi includono teoremi simili e pratiche come cantare lo qi a Huang Ting (Dan Tien), svuotando il petto e sollevando la spina dorsale, ascoltando il tintinnio, usando la morbidezza per neutralizzare un attacco.
Le posizioni sono simili a quelle trovate nel Taiji Quan Yang, e si possono apprezzarne le similitudini tecniche. In effetti, anche l’antica interazione Ta Lu è completata dalla presa del polso (t’sai), blocco/rottura del braccio (lieh) e seguente attacco alla faccia (bi).
Questo sembrerebbe confermare l’affermazione del lignaggio Yang secondo cui almeno parte dell’arte insegnata a Yang da Chen Chang Xin veniva dal lignaggio Wudang legato a Kan Feng Chi, Chang Sung Chi e Huang Pai Jia.
In effetti è strano che Yang Lu Chan abbia ammesso di aver imparato da Chen Chang Xin e tuttavia consideri almeno parte della sua arte come proveniente dalle arti del villaggio della famiglia Chen, se non ci fossero elementi di verità in questo. Non avrebbe senso, senza negare di aver studiato da Chen Chang Xin, un membro della famiglia Chen del villaggio della famiglia Chen. Sappiamo che la famiglia Chen studiò arti esterne al proprio villaggio familiare, quindi input dal lignaggio della boxe interna Wudang non sarebbero così strani, e sarebbero in linea con la formula cantata sul retro del libro di Chen Xin, che attribuisce la trasmissione a Jiang Fa e Wang Tsung Yueh.
Il tempio Shaolin è famoso per le sue arti marziali, in particolare le arti di boxe, spadone e bastone. Tra le arti con armi della scuola Shaolin, la più famosa è probabilmente quella del bastone: era l’arma preferita dai monaci Shaolin ed essi raramente lasciavano il tempio senza averla con sé.
La formula cantata del libro di Chen Zhi Ming conferma che la tecnica del bastone della famiglia Chen ebbe origine dal tempio Shaolin. La Formula del bastone dell’Arhat seduto ha questi versi: «Il tempio vecchio è il tempio Shaolin, le sale avevano 500 monaci… Se vuoi sapere da dove venne questo bastone, gli Arhat seduti lo trasmisero a Shaolin». Gu Liu Xin fece una comparazione tra le tecniche del bastone della famiglia Chen e quelle del tempio Shaolin, e ne concluse che esse erano in effetti collegate, condividevano la stessa teoria e gli stessi metodi di corpo, mano e piede. Questo non sorprende, visto che il villaggio della famiglia Chen è abbastanza vicino al tempio Shaolin.

I 24 germogli di fiore della famiglia Yang
L’arte dei germogli di fiore della famiglia Yang era diffusa anche nella dinastia Ming e fu documentata nello Ji Xiao Xin Shu del generale Qi Ji Kwang: consisteva di 24 posizioni. Occorre notare qui che questa famiglia Yang non ha relazioni con Yang Lu Chan, il fondatore dello stile Yang del Taiji Quan, che fu famoso anche per le sue tecniche dei germogli. La formula cantata, documentata da Chen Zhi Muing nel suo libro, indica che l’insieme originario delle 24 tecniche era praticato dalla famiglia Chen. La Formula cantata dei 24 germogli ha questo verso: «Se chiedi il nome dei germogli e della famiglia: 24 germogli di fiore della famiglia Yang». I germogli usati in questo gruppo sono relativamente lunghi e l’enfasi principale è sulle tecniche di inserimento.

Pratica con il bastone corto (pang)
Uno dei metodi di pratica del Taiji Quan Chen è far uso di un bastone corto, o mazza, tenuto con entrambe le mani e usato con movimenti di torsione per allenarsi. Un esercizio simile si può trovare nei metodi di allenamento del Kan Feng Chi.
Questo metodo deriva anche dai metodi di allenamento di Chang Sung Chi, l’altro grande maestro di boxe interna Wudang. Questo potrebbe indicare che almeno alcuni dei metodi di allenamento usati dalla famiglia Chen potrebbero discendere da un Jan Feng Chi, di lignaggio collegato a Chang Sung Chi.

Influenza di Hsing-I Quan?
Il Manuale di boxe tre scritto da Chen Xin contiene tre delle dieci tesi della boxe Hsing-I, come delle teorie del Taiji Quan. Questo indicherebbe che a volte, nella storia delle arti marziali Chen, si è praticata la boxe Hsing-I. Che l’arte completa fosse presente è dubbio, dal momento che solo tre delle tesi sono presenti.

L’intervista di Wu Tu Nan a Chen Xin e il suo incontro con Chen Fake
Wu Tu Nan visitò il villaggio della famiglia Chen nel 1917. All’epoca nel villaggio c’erano poche persone istruite ed egli fu indirizzato a incontrare Chen Xin (questo prima che il libro di Chen Xin fosse pubblicato). Chen Xin fu molto franco in questa intervista con Wu Tu Nan, e gli diede un resoconto di come il Taiji Quan arrivò al villaggio della famiglia Chen (per maggiori dettagli si veda la parte sullo sviluppo storico dello stile Yang). Egli disse che nel villaggio erano praticati sia il Taiji Quan, sia il Pao Chui indigeno della famiglia Chen, ma che il Taiji Quan veniva da Jiang Fa, che apparteneva al lignaggio Wudang. Il libro successivo di Du sul Taiji Quan, del 1935, conferma questa visione e l’autenticità e l’accuratezza del materiale dell’intervista di Wu Tu Nan.
Chen Xin disse a Wu che stava scrivendo un libro sul Taiji Quan. Wu chiese quindi a Chen Xin se egli praticasse il Taiji Quan. Chen Xin rispose che suo padre permise a suo fratello maggiore di imparare le arti marziali, ma diede invece a lui un’istruzione per cui non conosceva alcuna arte marziale. Wu chiese allora come pensava di scrivere un libro sulle arti marziali se egli stesso non le praticava. Chen rispose che il Taiji Quan si basa sul Libro dei cambiamenti e che egli sentiva che, fintanto che un’arte si conformava al Libro dei cambiamenti, era Taiji Quan. Così egli intendeva usare le posizioni di boxe di Pao Chui e rapportarle al Libro dei cambiamenti, e che lo scopo del suo libro era mostrare come il Libro dei cambiamenti fosse collegato anche alle arti marziali: non era sua intenzione scrivere un manuale di arti marziali.
Con questo bagaglio di informazioni, durante un incontro del 1950 circa, Wu Tu Nan aveva chiesto a Chen Fake se la sua arte fosse Taiji Quan, dato che la definizione di Taiji Quan era che si basava sulle 13 posizioni. Chen Fake replicò che la sua arte non si basava sulle 13 posizioni, e quindi non era Taiji Quan. Questo incontro fu cordiale e non conflittuale.

Secondo le ricerche condotte dallo storico Hao Tang (1897-1959) negli anni Trenta del secolo scorso, il Taiji Quan avrebbe le sue origini nel villaggio di Chenjiagou, nella provincia cinese dello Henan. Secondo questa teoria, dobbiamo risalire al XIV secolo, periodo in cui Chen Bu, un contadino della provincia dello Shanxi, riconosciuto come il primo antenato della famiglia Chen, partì per la provincia dello Henan in cerca di nuove terre. Si deve attendere il secolo XVII, nella persona del vecchio generale Chen Wanting (1600-1680), per la genesi dell’arte marziale che alla fine sarà conosciuta con il nome di Taiji Quan. Sotto la dinastia Ming (1368-1644) le arti marziali cinesi, o Zhong Guo Wu Shu, registrarono un inatteso incremento, e molti stili oggi praticati ebbero origine in quella che senza dubbio potremmo chiamare “l’età d’oro delle arti marziali cinesi”.


                                                                                      GENEALOGIA DELLA FAMIGLIA CHEN

1ª generazione
Chen Bu
Contadino nato Hongtongxian, nella provincia dello Shanxi, si trasferisce nel settimo anno del regno di Hong Wu (1368-1398) in Changyang, un piccolo villaggio nel Wenxian (distretto di Wen), nella provincia di Henan, in seguito conosciuto con il nome di Chenjiagou (villaggio della famiglia Chen).
Anche se la formazione di milizie contadine, finalizzate alla lotta contro il banditismo, era relativamente comune in questo periodo, non si può far risalire a Chen Bu la nascita del Taiji Quan; si deve rilevare, tuttavia, che probabilmente possedeva una qualche conoscenza di arti marziali. È nota, infatti, l’esistenza di un’arte marziale locale, del distretto di origine di Chen Bu, l’Hongdong (Grotta Rossa), nota come Hongdong Tong Bei Quan; non vi è tuttavia la prova che questo sia lo stile praticato dal capostipite della famiglia.

9ª generazione
Chen Wanting (1600-1680)
Secondo dei quattro figli di Chen Fumin, un funzionario locale, Chen Qi Wanting, talvolta chiamato Chen Zouting, militare di carriera, nativo di Chenjiagou, serve sotto le armi alla fine della dinastia Ming (1368-1644), in particolare nella provincia dello Shandong, dove reprime con successo il banditismo e le ribellioni. Nel 1641 ottiene la carica di comandante della milizia della contea di Wen (Wenxian). Chen Wanting è spesso raffigurato con il suo luogotenente Jiang Fa, a cui alcuni autori attribuiscono l’origine del Taiji Quan. Nel 1644, dopo la caduta dei Ming, Chen Wanting trascorre i suoi ultimi giorni nello sviluppo, nella pratica e nell’insegnamento del Taiji Quan. Secondo gli Annali della famiglia Chen (Chenshi Jia Pu), fu apparentemente il primo a introdurre la pratica del pugilato in seno alla famiglia, l’uso della lancia, della spada e dell’alabarda. Con l’avvento della dinastia Qing (1644-1911) di origine Manciù, l’ormai vecchio generale si ritira nel villaggio dei suoi antenati Chenjiagou. Chen Wanting dedica il suo tempo libero alla pratica e all’insegnamento delle arti marziali. Gli è attribuito un breve trattato, chiamato Zong Quan Jing Ge, “La canzone dei ricordi”. Di seguito, ne riportiamo un breve paragrafo: «In passato ho potuto sollevare le mie braccia e carichi pesanti, al fine di sedare la ribellione, ho affrontato pericoli, conosciuti fallimenti e ancora l’Imperatore mi ha dato la sua grazia. In questo mi sento vecchio e stanco. Il mio ultimo compagno è il libro di medicina dell’Imperatore Giallo. Nei momenti di tristezza, mi esercito nel pugilato. Durante il periodo di lavoro nel mio tempo libero insegno ad alcuni discepoli l’arte di trasformarsi in tigri e in draghi non meno di agire correttamente». La delusione, dopo la caduta dei Ming, sembra essere presente nelle parole del vecchio generale: ma è forse questa delusione a stimolarlo nella concezione e nella trasmissione di un’arte che marcò la sua esistenza e lo avrebbe reso famoso presso i posteri. A quel tempo, il Jing Quan (il pugilato classico), insegnato nel libro del generale Qi Jiguang, era materia di studio per vertici militari. In questo lavoro sono stati descritte le 32 tecniche e i 16 stili di Wu Shu più popolari del tempo. Ispirato dal lavoro di Qi Jiguang, Chen Wanting inizia la codifica di un’arte marziale dalle caratteristiche uniche. Mette in pratica alcuni principi: Wu Wei di inerzia e azione, Yin e Yang, Xu Shi (pieno e vuoto), Kai He (apertura e chiusura), Gang Rou (duro e cedevole), Han Fei Xiong Ba ( rilassare il petto e aprire la schiena), Chui Chen Jian Zhou (spalle e gomiti rilassati verso il basso), Ding Ling Xu Jing (rilassare il collo e la forza di concentrarsi sulla corona), dirigere il qi nel Dantien. Così come l’uso di Tan Jing, la forza “elastica” e l’alternanza tra la forza rilassata, o Chansijing, e esplosiva, o Fajing.
Questi concetti, anche se non costituiscono singolarmente una novità rispetto ad altri stili del epoca, sono il suo approccio in termini di forma e ritmo: o movimenti senza interruzioni sono messi in relazione con un’alternanza di veloce e lento nell’esecuzione degli stessi, e l’enfasi sul rilassamento, in contrasto con l’uso della forza bruta, costituisce un rivoluzionario sistema di pugilato, il Taiji Quan. Nella sua creazione è evidente l’influenza della filosofia taoista, dalla quale mutua alcuni concetti, influenza che peraltro era già evidente in altre discipline, come la medicina tradizionale o l’architettura.
Il suo insegnamento viene trasmesso di generazione in generazione, rimanendo confinato all’interno della famiglia Chen fino all’inizio del XVIII secolo. Secondo lo storico Hao Tang, la pratica originale di Chen Wanting è stata strutturata in sette forme di mano:

• Toutao Chenshi Quan (prima sequenza di boxe), conosciuto anche come 13 posizioni, con 57 movimenti;
• Erta Quan (seconda sequenza di boxe), con 27 movimenti;
• Dasitao Chui (grande sequenza in quattro parti che colpiscono);
• Hong Quan (manico rosso) o Xiao Tao Chui (piccola sequenza in quattro parti che colpiscono), con 23 movimenti;
• Wuta Quan (quinta sequenza di boxe), con 29 movimenti;
• Paochui (pugno cannone);
• Chang Quan (boxe lunga), chiamato anche Yibailingba Shi (cento e otto posizioni).

10ª generazione
Chen Ruxin
La genealogia di Chen Ruxin, discepolo diretto di Chen Wanting, è particolarmente significativa, soprattutto nella persona di Chen Chanxing, maestro a cui dobbiamo l’attuale configurazione della pratica del Dajia (grande intelaiatura) di Taiji Quan stile Chen. Inoltre, come vedremo in seguito, Chen Chanxing fu il primo a diffondere l’arte al di fuori della famiglia.

Chen Suole
Anch’egli discepolo diretto di Chen Wanting, ebbe due figli, Chen Shenru e Chen Xunru, noti per il loro coraggio, tanto che erano conosciuti con i soprannomi di “grande guerriero del cielo” (Datia Shen) e “secondo guerriero del cielo” (Shen Erti). In assenza di loro padre, su richiesta di un ricco mercante, Wang Jun Bo, difesero, appena adolescenti, la località Beipingao da un gruppo di banditi. L’evento fece scalpore nella contea di Wen. Per commemorare questa gesta, si tiene annualmente a Chenjiagou una sagra spettacolo, “I due coraggiosi mettono in fuga i banditi” (Shuang Yin Po Zei).

11ª generazione
Chen Shenru, Chen Xunru, Chen Zhengru, Chen Gaoyin
Chen Jingbai
Soprannominato “Shankao” (spalla eccellente), Chen Jingbai ha sviluppato il suo lavoro come una scorta di attività durante il periodo Jiaqing (1796-1821) nella provincia di Shandong; per merito delle sue abilità marziali, godeva di una tale reputazione che fu totale garanzia di sicurezza per i commercianti. Nella città di Qing Zhoufu fu attaccato da Wang Dingguo, un pugile del monastero Shaolin, che sconfisse.

Chen Jixia
Chen Jixia apprese la sua arte da Chen Xunru: era particolarmente abile nell’uso di “Zhou” (colpire con il gomito), fu così soprannominato “Shanzhou” (gomito eccellente). Pittore di talento, una mattina, mentre si dedicava alla sua passione, venne attaccato di sorpresa da un pugile ben noto, famoso nella provincia di Henan, che facilmente sconfisse con una proiezione. Chen Jie Chen Jiadi

13ª generazione
Chen Bingqi, Chen Bingwang e Chen Bingren
I tre fratelli erano nella loro epoca i pugili più famosi Chenjiagou. Essi furono soprannominati “i tre eroi”. Faremo una menzione speciale per Chen Bingwang (1748-?) in quanto Maestro di Chen Chanxing.
Chen Gongzhao, Chen Yaozhao, Chen Daxing

14ª generazione
Chen Chanxing (1771-1853)
Il rispetto per la sua abilità e il suo portamento era tale che fu soprannominato Paiwei Dawang (“il gran re che sorge come una stella degli antenati”). Chen Chanxing imparò l’arte di famiglia da Chen Bingwang, suo padre. Teneva le sue lezioni a casa di Chen Dehu, luogo che è ancora possibile visitare in Chenjiagou e in cui vi è una stele eretta in suo onore. La figura di Chen Chanxing è doppiamente importante: in primo luogo, fu apparentemente il primo a diffondere il Taiji Quan al di fuori della famiglia Chen, attraverso la persona di Yang Luchan (la questione merita un capitolo a parte), nativo della provincia di Hebei. Fino ad allora l’arte era stata gelosamente custodita all’interno della famiglia. D’altra parte, a Chen Chanxing è attribuita l’attuale struttura dello stile Chen in due forme, Yi Lu (prima sequenza) e Pao Chui Er Lu (seconda sequenza, pugni di cannone): una sintesi resasi necessaria in quel periodo storico, in quanto poche persone nel villaggio di Chenjiagou conoscevano tutte le forme codificate dal fondatore dello stile. Gli sono attribuiti tre trattati: il Taiji Quan Yong Yao Wu Yan (“Menzione sugli standard per le applicazioni marziali del Taiji Quan”), il Taiji Quan Shi Da Yaolun (“Trattato in dieci punti del Taiji Quan”) e il Taiji Quan Zhan Pian Dou (“Commento al combattimento nel Taiji Quan”). Chen YoubenA Chen Youben è attribuita la codifica della forma del ramo dello stile Chen chiamato Xiaojia (piccola intelaiatura), in opposizione a Dajia (grande intelaiatura) di Chen Chanxing. La definizione corrisponde da un lato alla riduzione del numero di movimenti nella forma, così come all’ampiezza minore degli stessi, che sono eseguiti in maniera più chiusa. Nondimeno, nella sua esecuzione si può notare l’eliminazione dei movimenti più difficili, nonché lo scarso uso dei fa jin (forza esplosiva). A suo tempo, la scuola di Chen Youben era anche chiamata Xinjia (nuova intelaiatura), per distinguerla dalla Laojia (vecchia intelaiatura).
Chen Youheng
Chen Youheng era il fratello di Chen Youben, con il quale si allenava spesso. A circa quarant’anni annegò in un lago, è per questo che i suoi due figli e i suoi studenti passarono ad allenarsi con quest’ultimo.

15ª generazione
Chen Genyun apprese dal padre Chen Chanxing l’arte del Taiji Quan. Chen Genyun fu un rinomato mercenario per la scorta convogli nella provincia dello Shandong. Esiste un aneddoto, che ci dà un’idea della sua favolosa abilità marziale: nella città di Laizhoufu c’era una celebre locanda il cui proprietario, soprannominato Tian Wang Er (secondo re del cielo), era un famoso esperto di arti marziali. Egli aveva al suo comando una forza di oltre trecento criminali, che terrorizzavano la gente del posto. In un’occasione, dopo aver avuto notizia che Chen Genyun avrebbe attraversato il paese, si preparò a misurarsi con lui. Circondato dal padrone di casa e dai suoi scagnozzi, armato solo di un tubo, Chen Genyun, ridendo e scusandosi, sconfisse senza sforzo apparente ciascuno dei suoi nemici.
Per oltre dieci anni, Genyun Chen sviluppò la propria arte nella provincia di Shandong. Dopo la sua morte, a quasi ottant’anni, fu eretta una stele commemorativa in suo onore, in una delle strade carovaniere dello Shandong che tanto aveva contribuito a proteggere.

Chen Qingping (1795–1898)
Chen Qingping fu allievo di Chen Youben e Chen Genyun: collega pertanto i due rami dello stile (Xiaojia e Dajia). Chen Qingping è il fondatore dello stile della Zhaobaojia: Zhaobao è una città vicina a Chenjiagou (dista un paio di chilometri). Per sposarsi Chen Qingping si trasferì presso il villaggio di sua moglie, insegnando lì la sua arte, la cui evoluzione è ora chiamata stile Zhaopao, o Hejian (stile He), in onore di He Zhaoyuan, uno dei suoi studenti più bravi. A Chen Qingping Si deve anche l’origine dello stile Taiji Quan Wu, in quanto il suo creatore Wu Yuxiang fu suo allievo.

Chen Zhongsheng (1809–1871) e Chen Jisheng (1809–1864)
Chen Zhongsheng e Chen Jisheng, entrambi figli di Chen Youheng, dopo la morte del padre, andarono ad allenarsi con loro zio, Chen Youben, e con Chen Genyun. Nell’anno terzo dell’era Xianfeng (1853), al comando delle milizie del villaggio di Chenjiagou, Chen Zhongsheng organizzarò la resistenza contro l’armata dei ribelli Taiping che dilagava nelle campagne del Wenxian, riuscendo a respingerli e uccidendone il comandante. Per le sue doti strategiche e militari venne arruolato come comandante nelle speciali milizie antisommossa. Per la sua abilità, Chen Zhongsheng era soprannominato Shen Shou (mano di dio); rinomata era anche la sua maestria nella lancia Tie Hu Tian Yi Ping Gan Mao. Chen Jixing, Chen Youlun, Chen Hengshan.

16ª generazione
Chen Xin (1849–1929)
Senza dubbio, Chen Xin è uno dei principali teorici della scuola di Taiji Quan Chen. Intelligente e colto, ha lavorato come maestro di scuola. Su richiesta del padre Chen Zhonsheng, riordina i fondamenti teorici dell’arte di famiglia, il cui culmine è stato scritto nel Taiji Quan Chenshi Tushuo (libro illustrato di Taiji Quan). Chen Xin, ridotto il numero di movimenti di prima sequenza a 64, mettendo in corrispondenza simbolica ognuno con i sessantaquattro esagrammi del Yijing (libro dei mutamenti), una delle opere più influenti del pensiero cinese. Il lavoro è stato copiato per un totale di quattro copie. Qualche tempo prima della sua morte, Chen Xin ha dato una delle copie a suo nipote Chen Chunyu, chiedendogli di bruciarla se non fosse stata di qualche utilità.

Chen Yanxi
Chen Yanxi, figlio di Chen Genyun, esercita la professione di medico in medicina tradizionale. È stato istruttore della casa di Yuan Shikai (1859-1916), governatore della provincia dello Shandong.
Chen Yanxi servirà la casa per un periodo di dieci anni, diffondendo la propria arte dalla provincia dello Shandong a quella del Tianjin, accettò alcune sfide senza mai essere sconfitto. Dopo questo periodo tornò a Chenjiagou, per accudire la madre malata. Si concentrò sulla medicina tradizionale, dedicandosi a questa attività fino alla fine dei suoi giorni.
Chen Yao, Chen Miao, Chen Yan, Chen Sen, Chen Yannian

17ª generazione
Chen Fake (1887-1957)
Figlio di Chen Yanxi, Chen Fake fu un uomo leggendario: in lui si univano la virtù della rettitudine e dell’onestà (Wude), unitamente a una tecnica straordinaria, al punto che, ancora oggi, è una figura rinomata nei circoli marziali cinesi. Da bambino, la sua salute era delicata, e apparentemente non mostrava molto interesse per la pratica del Taiji Quan. Tuttavia, egli prese presto coscienza della sua responsabilità come erede della stirpe di suo padre. Si racconta che, con grande tenacia, eseguisse non meno di 30 ripetizioni al giorno della forma e 300 ripetizioni di esercizio del bastone. Già in giovane età la sua fama cominciò a estendersi oltre il distretto di Wen. Si raccontano molti aneddoti sulla sua abilità marziale. In un’occasione, il Signore della Guerra Han Fuju, attratto dalla fama di Chen Fake, voleva assumerlo per il suo esercito personale; offeso per il rifiuto di Chen Fake, Fuju mandò uno dei suoi uomini armato di lancia. Chen Fake neutralizzò facilmente il suo attacco e, afferrando l’arma con una mano, la scosse disarmando il suo avversario. Allora fu attaccato da un altro armato di spada e, con il divieto di usare le mani, lo disarmò usando i piedi. Si racconta di un altro episodio, nel 1928: mentre suo nipote Chen Zhaopi gestiva la farmacia di famiglia a Pechino, c’era una banda locale, guidata dai fratelli Li, che provocava molti disturbi della zona. Sfidato, Chen Fake sconfisse il più forte di loro, ristabilendo l’ordine nel quartiere. Successivamente aprì una scuola nella capitale, dove insegnò fino alla sua morte, nel 1957. Chen Fake è, con Chen Chanxing (Dajia) e Chen Youba (Xiaojia), uno degli innovatori dell’arte, la cui pratica si è evoluta e raffinata. Chen Fake aumentò il numero di movimenti originali, così come la loro difficoltà, enfatizzando le tecniche di Qinna (leve o lussazioni). Il suo sistema fu denominato Xinjia (nuova scuola), per distinguerlo dall’antico sistema in vigore (Laojia), rappresentato soprattutto da parte dei sostenitori di suo nipote Chen Zhaopi.
Tra gli studenti più noti di Chen Fake si distinguono i suoi figli Chen Zaoxu e Chen Zaokui, Feng Zhiqiang, Gu Liuxin, Chen Baoqi, Lei Muni, Tian Xiuchen, Hong Junsheng, Chen Shouli, Kan Guixiang.

Ziming Chen (?-1951)
Figlio di Chen Fuyuan, imparò sotto la cura di suo zio, Chen Xin. Fu membro fondatore di numerose associazioni nella città di Huaiqing e nella provincia di Henan, ed ebbe numerosi studenti. È autore di un libro, pubblicato nel 1932, dal titolo Shichuan Chenshi Taiji Quan Shu (“La trasmissione dell’arte del Taiji Quan della famiglia Chen di generazione in generazione”); curò inoltre la raccolta di vari manoscritti antichi, che pubblicò nella Shichuan Chenshi Quan Xie Huibian (“Raccolta sul pugilato e sulle armi della famiglia Chen di generazione in generazione”). Chen Chunyu Chen, nipote di Chen Xin, fu l’artefice, insieme allo storico Tang Hao e a Chen Ziming, della diffusione del lavoro di suo zio, vendendo i diritti d’autore al direttore provinciale della scuola di arti marziali in Henan, Guan Baiyi, che pagò per loro la somma di 700 Yuan, per poterli pubblicare nel 1933.
Grazie ai diritti della vendita del libro si poterono trovare i fondi per le spese dei funerali: abbero così una tomba Chen Xin, Dengke Chen, Chen Guoying, Songyuan Chen, Chen Shengsan, Xingyuan Chen, Liangke Chen.

 

                                                                      CODICE DI CONDOTTA NEL TAIJI QUAN STILE CHEN

Ho scoperto che nei siti di arti marziali raramente si parla di etica e condotta. Queste sono simili a quelle che si possono incontrare mediamente nelle scuole di arti marziali (dove viene fatto scarso riferimento ai livelli più alti), che sono usate per indebolire i sospetti dei genitori interessati. Certo, con il Taiji Quan le abilità marziali richiedono molto più tempo per essere sviluppate rispetto ad altre arti, e i benefici per la salute lo rendono più interessante rispetto ad altri stili, a volte legati a episodi di delinquenza minorile o adulta (io non ho mai sentito di problemi di questo tipo tra i praticanti di Taiji Quan. In realtà alcuni appassionati sminuiscono il potere del Taiji Quan con molte parole e poca pratica). Tuttavia, in un mondo dove un sempre più complesso significato di “globalizzazione” disorienta un sempre maggiore numero di individui, dove l’esclusione sociale è un problema, e il denaro è guadagnato sfruttando apertamente gli istinti umani basilari, può essere utile prendersi una pausa e pensare ai codici di condotta, anche sono radicati in tradizioni che non rispecchiano più la realtà dei nostri tempi. Quindi vi invito a dare un’occhiata ai seguenti elementi del codice di condotta dello stile Chen (non ho preso nota di questi elementi come vengono realmente insegnati nello stile Chen. Di conseguenza non ho paura di divulgare informazioni che rischino di trasformare questa arte marziale in “credenza” o “religione”).


I REQUISITI CARATTERIALI DEL CODICE ETICO DELLA FAMIGLIA CHEN

• correttezza, dignità di condotta (Duan)
• equità, imparzialità (Gong)
• gentilezza, benevolenza (Ren)
• nobiltà, ampia inclinazione (Lao)
• lealtà, fedeltà (Zhong)
• onestà, sincerità (Cheng)
• rispetto, stima per i propri insegnanti e per gli anziani (Jing)
• integrità, decenza (Zheng)
• giustizia, ciò che è giusto (Yi)
• audacia, essere pronti a combattere per una giusta causa (Yong)
• affidabilità, buona fede (Xin)
• moralità, comportamento etico (De)


LE VENTI PROIBIZIONI DELLA FAMIGLIA CHEN

01. Non fare affidamento su una posizione di autorità o essere prepotente verso gli altri.
02. Non permettere che si terrorizzi con la forza o che si insultino i deboli.
03. Non temere per la propria vita, venire in aiuto degli altri quando sono in pericolo.
04. Non commettere reati.
05. Non fate affidamento sulla vostra capacità di gong fu per litigare con gli altri.
06. Non approfittare di una carica superiore e diventare arrogante.
07. Non vendere la tua arte per la strada.
08. Non viaggiare in lungo e in largo per istituire una setta o un gruppo ristretto.
09. Non sguazzare nel lusso o vivere l’esistenza da povero.
10. Non essere orgoglioso e soddisfatto di sé.
11. Non discutere con un pazzo o un violento.
12. Non lottare con gli ignoranti.
13. Non essere orgoglioso verso i poveri o adulare i ricchi.
14. Non bramare il facile guadagno.
15. Non bere e non avere a che fare con la prostituzione.
16. Non rifiutarsi di pagare qualsiasi obbligo pubblico o privato.
17. Non usare una carica pubblica per fini personali.
18. Non cercare di ottenere a qualsiasi costo un’alta carica o un alto stipendio.
19. Non tradire il proprio Paese o le proprie radici.
20. Non abbandonare gli allenamenti e sprecare il proprio tempo.

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